La Campagna Abiti Puliti sostiene il progetto di ricerca indipendente Anonymous people on the silk road: l’obiettivo dei promotori è quello di creare una serie di articoli e rapporti incentrati sullo sfruttamento dei lavoratori cinesi a Prato, in Italia e potenzialmente in tutta Europa.

Chiunque volesse contribuire può donare qui

Il progetto

Siamo un gruppo di giornalisti residenti in Europa che sta lavorando assieme da più di un anno per svelare una moderna forma di schiavitù: l’uso di manodopera cinese a basso costo nelle industrie di moda italiane.

Il nostro progetto vuole svelare le storie di quanti hanno attraversato il globo intero, spesso in condizioni disumane, solo per lavorare senza alcun diritto, nemmeno quello di un’identità.

Il lavoro segue il solco di precedenti indagini condotte sulle violazioni dei diritti umani e sulla tratta internazionale di esseri umani. Quello che vogliamo mostrare è l’impatto che questo sistema disumano ha non solo su quanti ne sono soggetti, ma anche su tutta la catena del pronto moda italiano e più in generale sul mercato interno dell’Unione Europea, il tutto alla luce della partnership siglata dall’Italia per la Nuova Via della Seta e della tentacolare attività della mafia cinese sul suolo italiano.

Cosa vogliamo fare

Il nostro gruppo è composto da giornalisti professionisti con base in Grecia, Polonia e Italia.

Il nostro obiettivo è quello di creare una serie di articoli e rapporti incentrati sullo sfruttamento dei lavoratori cinesi a Prato, in Italia e potenzialmente in tutta Europa.

Questo progetto si propone di ripercorrere le rotte commerciali e le storie dei cinesi “anonimi” Wu Ming che lasciano la loro terra d’origine per l’Europa solo per lavorare come manovali a basso costo nelle catene di produzione del fast fashion nei maggiori distretti commerciali d’Italia.

Partendo dunque dalle loro storie individuali e dalle potenziali violazioni del diritto internazionale, la nostra ricerca si espanderà per discutere l’impatto di questa forza lavoro sull’economia locale, anche nel contesto dell’iniziativa Belt and Road, il mastodontico piano di sviluppo internazionale lanciato dal governo cinese.

Cercheremo dunque di capire, attraverso il materiale raccolto sul campo tra cui interviste a politici e esperti di criminalità organizzata e di moda, lavoratori cinesi, nonché uomini d’affari italiani e cinesi, la gravità dello sfruttamento in atto. Tali violazioni dei diritti umani sono in gran parte sconosciute a tutti coloro che in tutto il mondo stanno acquistando l’abbigliamento Made in Italy.

Chi siamo

Siamo giornalisti professionisti esperti nel lavorare in reportage collaborativi, e siamo già stati pubblicati in importanti pubblicazioni nazionali e internazionali. Abbiamo scelto di rimanere anonimi fino alla fine di questo progetto data la sua sensibilità e i potenziali rischi connessi alla nostra sicurezza.

La metà di noi parla la lingua cinese e diversi membri del team hanno scritto di crisi internazionali e diritti umani per oltre un decennio.

Perché ora

L’infiltrazione del governo cinese nell’economia italiana è stata ampiamente discussa negli ultimi anni. Panorama, una delle principali riviste investigative italiane, ha anche scritto sui legami tra le mafie cinesi e italiane che coinvolgono la tratta di esseri umani e il riciclaggio di denaro.

Tuttavia, tali storie hanno appena scalfito la superficie. Non hanno posto domande difficili, come ad esempio se le autorità italiane stiano effettivamente adottando misure per affrontare la situazione. La nostra indagine mira a scavare più a fondo partendo dalla nostra ricerca preliminare. Parte di ciò significa comprendere meglio l’identità di coloro che arrivano in Europa con grandi rischi finanziari e personali