I lavoratori tessili in Cambogia che hanno prodotto indumenti per Adidas, tra gli altri, sono stati privati di circa 109 milioni di dollari di salari solo nell’aprile/maggio 2021 (secondo una ricognizione dei sindacati in 114 fabbriche). In 8 di queste fabbriche più di 30.000 lavoratori e lavoratrici stanno ancora aspettando gli stipendi arretrati da marzo a maggio per un totale di 11,7 milioni di dollari (o 387 dollari pro capite). In particolare nella fabbrica Hulu Garment, l’intera forza lavoro è stata truffata per costringerli a dimettersi all’inizio della pandemia e devono avere 3,6 milioni di dollari.

I casi di furti salariali e di licenziamenti non retribuiti, aumentati massicciamente durante la pandemia, non sono un fenomeno nuovo. “Prima licenziati, poi derubati: lo dimostrano numerosi casi prima della pandemia. Aziende come Adidas lo fanno da decenni“, dichiara Vivien Tauchmann, coordinatrice della campagna #PayYourWorkers.

La Clean Clothes Campaign Germany (Kampagne für Saubere Kleidung) parteciperà all’assemblea generale annuale di Adidas il 12 maggio come parte della campagna Pay Your Workers per chiedere all’azienda di assumersi le sue responsabilità mitigando in modo decisivo l’impatto della pandemia sui lavoratori della sua catena di fornitura.

Il problema è sistemico e quindi necessita di risorse adeguate e accordi vincolanti. Per questo, insieme a numerosi sindacati dei paesi produttori, chiediamo ad Adidas di firmare un accordo vincolante sui salari, sul trattamento di fine rapporto e sulla libertà di associazione per garantire che i lavoratori e le lavoratrici della sua catena di fornitura non siano mai più privati del loro pieno salario e del TFR.

Per i lavoratori e le loro famiglie è una questione di sopravvivenza. Per Adidas invece non è certo un problema economico: nonostante la pandemia, il fatturato del gruppo in un anno è aumentato del 15%, passando da 18.435 miliardi di dollari nel 2020 a 21.234 miliardi di dollari l’anno dopo, e solo nel primo trimestre del 2021, il gigante degli articoli sportivi ha guadagnato 650 milioni di dollari di profitti. E un ruolo decisivo nel generare guadagni è sicuramente stato giocato dall’impegno pubblico, ad esempio attraverso aiuti per la pandemia finanziati dalle tasse (come bonus a breve termine e rimborsi per i contributi), e dal lavoro dei suoi dipendenti, anche nel Sud del mondo. Gli azionisti e la direzione di Adidas Group dovrebbero quindi adempiere alla loro responsabilità sociale e investire una quota decisiva dei profitti in misure salariali e di sicurezza sociale per chi cuce i suoi abiti.

Ci aspettiamo e chiediamo anche, sulla scia della Call to Action dell’ILO e dell’impegno pubblico di Adidas per la legislazione europea sulla due diligence, che l’azienda assuma un ruolo di primo piano.

ATTIVATI

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Rubare il trattamento di fine rapporto e i salari dei lavoratori non è una novità. @adidas ha fatto questo ai lavoratori per decenni e ha continuato durante la pandemia. I lavoratori in Cambogia aspettano milioni di salari non pagati 👀➡️ bit.ly/3tSq9Gh & bit.ly/372UpFa. #adidas 📢 #PayYourWorkers!
.@adidas Avete monitorato quante delle vostre fabbriche fornitrici hanno chiuso o licenziato lavoratori durante la pandemia? #PayYourWorkers #RespectLabourRights
.@adidas Negozierete con i sindacati per firmare un accordo vincolante per porre fine al furto salariale nella vostra catena di fornitura? #PayYourWorkers #RespectLabourRights

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Unisciti a noi per chiedere ad @Adidas cosa stanno facendo per #PayYourWorkers e #RespectLabourRights nella loro catena di fornitura! La Clean Clothes Campaign Germany (Kampagne für Saubere Kleidung) partecipa oggi all’assemblea generale annuale di Adidas. Abbiamo alcune domande per loro. Cosa chiediamo: Avete monitorato quante delle vostre fabbriche fornitrici hanno chiuso o licenziato lavoratori durante la pandemia? Negozierete con i sindacati per firmare un accordo vincolante per porre fine al furto salariale nella vostra catena di fornitura? Quanto denaro avete fornito alla Call to Action COVID-19 dell’ILO per l’industria dell’abbigliamento? Aiutaci a fare queste domande sui loro social media!