Dopo oltre 5 anni di attesa, i sopravvissuti e le famiglie delle vittime dell’incendio del 2012 della fabbrica Ali Enterprises hanno ricevuto le pensioni attraverso un fondo finanziato dal principale marchio acquirente di quella fabbrica, il distributore tedesco KiK. Il processo è stato lungo, ma il risultato è innovativo. Creando un precedente per l’industria tessile globale, le famiglie riceveranno contributi corrispondenti agli standard internazionali stabiliti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).

Tutti i beneficiari hanno perso componenti delle loro famiglie o la loro salute nell’incendio mortale che ha coinvolto la fabbrica Ali Enterprises a Karachi, in Pakistan, l’11 settembre 2012, uccidendo più di 250 lavoratori e lavoratrici del tessile. La fabbrica produceva abiti per l’azienda tedesca KiK che ha pagato 1 milione di dollari subito dopo la tragedia per garantire sollievo immediato. Nonostante questo ci sono voluti altri quattro anni di campagne e negoziati prima che l’azienda sottoscrivesse un accordo di risarcimento a lungo termine. Nel settembre 2016, KiK ha accettato di versare 5,15 milioni di dollari nel fondo che deve fornire le pensioni per le famiglie colpite.

Questo accordo è innovativo per molti aspetti. Al contrario di precedenti accordi di risarcimento su larga scala sottoscritti nell’industria del tessile, questo è stato realizzato per garantire pensioni a lungo termine nel pieno rispetto della Convenzione 121 dell’ILO sui benefici per infortuni sul lavoro. Inoltre il processo di preparazione, i calcoli, l’istituzione di un comitato pienamente rappresentativo, il processo distributivo e la ricerca di una soluzione che rispettasse le aspettative nazionali e incontrasse gli standard internazionali hanno rappresentato un lavoro pioneristico, che sfortunatamente ha richiesto un altro anno e mezzo di impegno. Qualche giorno fa, finalmente, la Sindh Employees Social Security Institution ha avviato il pagamento delle pensioni.

Saeeda Khatoon, presidente della Ali Enterprises Factory Fire Affectees Association, che ha perso un figlio nell’incendio, ha dichiarato: “Il risarcimento a lungo termine garantirà sollievo alle famiglie delle vittime, che stanno attraversando difficoltà insopportabili. Sono grata al Dipartimento pakistano del lavoro, al SESSI e al governo del Sindh per essersi interessati ai nostri casi e reso possibile questo processo”.

Nasir Mansoor, vice segretario generale del National Trade Union Federation Pakistan (NTUF) ha aggiunto: “È un momento storico. Le famiglie vittime di questa tragedia vengono risarcite secondo gli standard dell’ILO. Questo rappresenta un precedente per il futuro. Il supporto internazionale dell’ILO, di IndustriALL e della Clean Clothes Campaign è stato fondamentale per raggiungere il risultato. È ormai tempo di riconoscere e rispettare i diritti fondamentali alla sicurezza e alla salute per i lavoratori pakistani, per prevenire futuri incidenti.

Nel frattempo altri lavoratori restano a rischio lavorando in fabbriche ancora insicure. L’incendio della Ali Enterprises è solo uno degli esempi più evidenti del fallimento del sistema privatizzato di ispezione e certificazione sociale usato dalle imprese nel settore della moda” dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti. “La fabbrica, infatti, aveva ricevuto la certificazione SAI8000 solo poche settimane prima dell’incendio dalla società italiana di auditing RINA, che non si è mai fatta carico di alcuna responsabilità per l’accaduto”, conclude Lucchetti.

Karamat Ali, direttore esecutivo del Pakistan Institute of Labour Education and Research ricorda che: “Ora che le famiglie della Ali Enterprises riceveranno finalmente le loro pensioni, è ora di tener conto delle altre lezioni imparate da questa tragedia e guardare al futuro. L’evento mostra dolorosamente l’urgenza di stabilire ispezioni credibili e conformi agli standard internazionali, inserite in un sistema adatto al contesto nazionale”.

Note

  • Maggiori informazioni sul processo che ha portato al risarcimento per le famiglie delle vittime della Ali Enterprises sono raccolte cronologicamente sul sito della Campagna Abiti puliti e della Clean Clothes Campaign.
  • L’Oversight Committee è composto da rappresentanti dell’ILO, del governo pakistano, dell’associazione delle vittime e delle organizzazioni del lavoro.
  • Le pensioni consisteranno in versamenti mensili di 7.545 Rs. per i genitori delle vittime non sposate e lo stesso ammontare per le vedove dei lavoratori defunti con supplementi per i figli a carico.
  • Una recente simulazione informaticarealizzata dalla Forensic Architecture su richiesta dell’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR) mostra che con pochi piccoli aggiustamenti si sarebbero potute salvare molte persone, se non tutti i lavoratori presenti nella fabbrica. La simulazione sarà presa in considerazione in una causa avviata da quattro vittime in Germania per il risarcimento del dolore e della sofferenza subiti (non compresi nella Convenzione ILO 121 che si limita a risarcire la perdita di reddito).