I Ministri degli Esteri dei paesi del G7 si sono incontrati a Londra per discutere, fra i molti temi, anche dei rapporti con la Cina. Pubblichiamo di seguito la lettera che abbiamo mandato loro insieme alla coalizione internazionale End Uyghur Forced Labour. Al nostro Ministro degli Esteri Di Maio abbiamo anche ricordato la mozione votata all’unanimità della Commissione Affari Esteri della Camera lo scorso 26 maggio, che invita il governo italiano ad agire con misure concrete e in cooperazione con gli stati membri del G7 per fare fronte comune in difesa della popolazione Uigura.

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Alla cortese attenzione del Ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale Luigi di Maio

Egregio Ministro Di Maio,

Le scriviamo questa lettera aperta e pubblica a nome della Coalition to End Uyghur Forced Labour di cui la Campagna Abiti Puliti (coalizione nazionale della Clean Clothes Campaign) è parte attiva. Come forse saprà, siamo una coalizione di organizzazioni della società civile, coalizioni di investitori e sindacati uniti per porre fine al lavoro forzato operato dallo stato e ad altri gravi abusi dei diritti umani contro gli uiguri e altri popoli a maggioranza turca e/o musulmana della regione autonoma uigura dello Xinjiang (regione uigura) in Cina, nota alla popolazione locale come Turkistan orientale.

Diversi eperti legali e di diritti umani hanno riconosciuto gli abusi contro gli uiguri come crimini contro l’umanità e genocidio. La nostra coalizione chiede a Lei e agli altri stati membri del G7 di chiedere, con urgenza e priorità, alla Cina di rendere conto di questi abusi e di fare pressione per fermarli.

Notando la profonda preoccupazione che i ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G7 hanno espresso nel loro recente comunicato sulle violazioni dei diritti umani in questa regione, chiediamo che si possa procedere ad un accesso indipendente e senza restrizioni e chiediamo anche che le nazioni del G7 supportino una commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani contro il popolo uiguro. Tuttavia, un’indagine indipendente sostenuta dalle Nazioni Unite non può aspettare che il governo cinese conceda “l’accesso”, quindi i governi dovrebbero anche sostenere il monitoraggio a distanza da parte dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Un’indagine ONU accelerata è necessaria per innescare un rinvio alla Corte Internazionale di Giustizia per un parere consultivo sui crimini di una siffatta atrocità.

Le facciamo tali richieste anche alla luce della Risoluzione 8-00120 approvata all’unanimità dalla Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati del 26 maggio u.s., con la quale i deputati firmatari invitano il governo a promuovere azioni coordinate con gli alleati dell’Italia, e in prima battuta proprio con i paesi del G7 e con i partner dell’Unione europea, a fare azione comune per difendere i diritti popolo Uiguro e a favorire l’accesso libero e senza restrizioni dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani nel paese per il necessario avvio dell’indagine.

A marzo, il Canada, il Regno Unito e l’Unione Europea hanno annunciato sanzioni coordinate contro i funzionari cinesi per aver perpetrato il lavoro forzato, l’internamento di massa e altri gravi abusi dei diritti umani. Questa è stata la prima azione multilaterale intrapresa per affrontare gli abusi. I paesi del G7, legati da valori condivisi, dovrebbero applicare ulteriori sanzioni coordinate sostenute da tutti gli stati membri sulle organizzazioni e gli individui legati a tali abusi.

Inoltre, esercitare una leva economica e finanziaria è fondamentale per fermare gli abusi e impedire alle aziende di trarre profitto dal lavoro forzato. La campagna del governo cinese contro il popolo Uiguro include un massiccio lavoro forzato organizzato dallo stato, i cui prodotti continuano ad essere esportati e venduti nei mercati globali. Un’azione coordinata tra le nazioni del G7 è essenziale per implementare e far rispettare i controlli sulle importazioni che proibiscono l’importazione di qualsiasi merce prodotta in tutto o in parte con lavoro forzato. Tali misure coordinate prevengono il “dumping” di merci contaminate dal lavoro forzato in altri mercati e mandano il chiaro messaggio al governo cinese e alle aziende che fanno affari sfruttando il lavoro forzato uiguro che non c’è un porto sicuro per le merci del lavoro forzato.

Le nazioni del G7 dovrebbero anche promulgare una legislazione che richieda alle aziende di condurre una due diligence obbligatoria sui diritti umani lungo tutta la loro catena del valore, e di essere ritenute responsabili per la mancata prevenzione degli abusi. Tale legislazione, insieme ad esplicite dichiarazioni di intenti alle aziende che corrono un alto rischio di complicità negli abusi dei diritti umani se si approvvigionano nella regione uigura, è vitale per costringere le aziende a riorientare le fonti di approvvigionamento, soprattutto alla luce del fatto che i ricercatori hanno documentato con prove i collegamenti fra il lavoro forzato e numerose catene di approvvigionamento, tra cui abbigliamento e tessile, calzature, prodotti per capelli, zucchero, carbone e pannelli solari.

Grazie per la Sua attenzione a questi problemi. Attraverso un’azione assertiva e coordinata, potete porre fine allo sfruttamento degli Uiguri e dare un significato concreto alla promessa di “mai più”. Azioni forti per porre fine alla complicità del governo e delle imprese nel lavoro forzato apriranno anche la strada alla costruzione di un’economia globale più giusta ed equa.

Noi faremo eco ad ogni eventuale iniziativa che Lei, sia autonomamente sia insieme ai Suoi colleghi in sede di G7, vorrà intraprendere a favore del popolo Uiguro, dandone pubblica notizia e ringraziandoLa per il Suo supporto.

Distinti saluti,

Lo Steering Committee della Coalition to End Forced Labour in the Uyghur Region

AFL-CIO
Anti-Slavery International
Campaign for Uyghurs
Clean Clothes Campaign
Cotton Campaign
Free Uyghur Now
Freedom United
Global Labor Justice – International Labor Rights Forum
Interfaith Center on Corporate Responsibility
Uyghur American Association
Uyghur Human Rights Project
World Uyghur Congress
Worker Rights Consortium