Anche se la causa dell’incendio è ancora oggetto di indagine, è chiaro che l’alto numero di morti è stato causato dalle spaventose condizioni di salute e sicurezza in fabbrica. Al momento dell’incendio le finestre erano sbarrate, le uscite di sicurezza erano chiuse e non c’era nessun dispositivo a disponibile per combattere l’incendio.

Sebbene KIK sia stato costretto a riconoscere il suo ruolo nella tragedia [http://www.cleanclothes.org/media-inquiries/press-releases/pakistan-fire-kik], ad oggi rifiuta di impegnarsi in un confronto serio e adottare misure adeguate per garantire sostegno alle vittime.

KIK sostiene che gli audit effettuati dal 2006 avevano portato miglioramenti al sistema di sicurezza antincendio. Gli eventi dell’11 settembre dimostrano l’insufficienza di tali miglioramenti. Gli audit non sono stati in grado di dimostrare che la fabbrica produceva  illegalmente, la mancanza di uscite di sicurezza e il fatto che tutte le finestre erano sbarrate, impedendo così al fumo di fuoriuscire. KIK deve ammettere che il suo processo di ispezione non è credibile, non avendo impedito la morte di quasi 300 lavoratori, e non lo solleva dale sue responsabilità.

KIK sostiene anche di anche di essere in procinto di creare un fondo per continuare a pagare i salari ai lavoratori superstiti. I lavoratori e le loro famiglie hanno un disperato bisogno di aiuto ed il mantenimento dei loro salari contribuirebbe ad alleviare parte degli oneri finanziari che sopportano. A quasi un mese di distanza dall’incendio, nessuno dei lavoratori contattati dal sindacato ha ricevuto tale contributo. Ma la responsabilità di KIK si estende anche alle famiglie dei lavoratori deceduti e quindi alle indennità di risarcimento, che, nel lungo periodo, fornirebbero maggiore sicurezza alle famiglie devastate da tali eventi.

Una tragedia di questa portata deve produrre azioni immediate e concrete. L’incapacità di KIK di fornire sostegno alle famiglie e la sua insistenza a celarsi dietro audit non credibili, è davvero oltraggiosa.

Non ci sono scuse. Scrivi subito e KIK e chiedigli di:

– garantire la trasparenza: fornire il rapporto di ispezione condotta dalla società UL Responsible Sourcing (assunta da KIK) e i nomi degli altri buyers che KIK conosce e con cui sostiene di negoziare;

– garantire risarcimenti, salari e lavoro alle vittime: negoziare direttamente con il movimento dei lavoratori per garantire che tutti i lavoratori infortunati ricevano appropriate cure mediche a titolo gratuito, che i salari continuino ad essere pagati, che le famiglie degli operai morti e feriti ricevano un risarcimento totale e una pensione per compensare le future perdite di reddito, e che i sopravvissuti siano ricollocati presso altri fornitori;

– adottare misure preventive: adottare immediatamente tutte le misure necessarie per evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Questo implica una revisione completa dei sistemi di sicurezza di tutti i fornitori con il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori, corsi di formazione su salute e sicurezza e garanzia di libertà di associazione ed espressione per il lavoratori, la pubblicazione dell’elenco dei fornitori e la garanzia che tutti i luoghi di lavoro siano registrati, che tutti i lavoratori abbiano un contratto e siano pagati prezzi che consentano ai fornitori l’adozione di tutte le misure di risanamento necessarie;

– sostenere e partecipare alle indagini: sostenere attivamente e partecipare a un’indagine rigorosa, indipendente e trasparente sulle cause dell’incendio che analizzi il fallimento del governo, del proprietario e dei buyer per prevenire, individuare e porre rimedio alle violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza e delle leggi sul lavoro che hanno causato queste morti orribili e senza senso. L’indagine dovrebbe anche produrre un elenco completo dei deceduti.