Nike e Puma: un appello agli italiani da Nikewatch

10 marzo 2003 – Sui casi  Nike/PT Doson (Indonesia) e Puma/Matamoros (Messico) Tim Connor, coordinatore della Nikewatch Campaign per l’organizzazione australiana Oxfam Community Aid Abroad, invita a scrivere una email alla Footlocker, una delle
piu’ grandi catene di distribuzione di scarpe e abbigliamento sportivi.
Rivolge l’invito in modo particolare agli italiani che pare si siano distinti per il numero di messaggi inviati finora a Nike. Questo non puo’ che farci piacere (grazie a tutti da parte mia) e dunque insistiamo!

Ecco un aggiornamento sul caso PT Doson, a seguire il testo da inviare a Footlocker (sul caso Puma inviero’ a giorni le ultime notizie):

Due rappresentanti degli ex lavoratori della PT Doson, Yeheskiel Prabowo e Ida Mustari, accompagnati da Tim Connor di Oxfam Community Aid Abroad, hanno preso parte a un seminario al controvertice di Davos (Public Eye on Davos) su globalizzazione e lavoro, il 27 gennaio scorso. Phil Knight, presente al World Economic Forum,  e’ stato invitato a discutere pubblicamente delle politiche del lavoro di Nike, ma ha preferito declinare l’invito.

Ida ha raccontato i suoi 9 anni di lavoro alla PT Doson a far scarpe per Nike, la quantita’ di ore straordinarie lavorate da lei e dal marito senza riuscire a mantenere i due figli, cresciuti dai nonni nella lontana Sumatra, per vederli solo una volta all’anno per quattro giorni durante le festivita’ religiose. Poi a settembre 2002 la doccia fredda: Nike toglie le commesse, per Ida e per i suoi compagni e’ il licenziamento in tronco. Per poter avere la liquidazione, citano in giudizio il datore di lavoro, che garantisce solo la meta’ della somma, pur sapendo che una causa puo’ durare fino a 2 anni. Ida cerca un nuovo posto, ma intanto, come molti altri, deve fare debiti per sopravvivere ed e’ chiaro che non potra’ continuare a pagare la sua parte di spese legali. Gli ex dipendenti della PT Doson – riferisce al Jakarta Post uno dei loro rappresentati sindacali  – sono costretti a vivere di riso e sale. In virtu’ del meccanismo del subappalto, che le consente di scindere legalmente le proprie responsabilita’ da quelle dei suoi fornitori, a nulla
sono valsi finora i tentativi di ottenere da Nike il pagamento del dovuto.
Ma su questo occorre insistere: Nike non puo’ sottrarsi alla responsabilita’ morale che la lega a chi ha contribuito a costruire la sua fortuna per 11 anni e mezzo e ora chiede che siano rispettati i suoi diritti. Trovate i racconti di Ida e Prabowa a Davos nel sito www.evb.ch/nikewatch.htm.

COPIATE E SPEDITE QUESTO MESSAGGIO (sintesi: la vostra e’ una delle piu’ grande catene di distribuzione di articoli sportivi, per questo vi chiedo di contribuire alla risoluzione di due conflitti di lavoro, in Indonesia e in Messico. PT Doson ha prodotto scarpe sportive per conto di Nike per 11 anni e mezzo e ora, rimasta senza lavoro, ha licenziato tutti i 7 mila dipendenti. I lavoratori hanno fatto causa al proprietario per avere la liquidazione, ma i tempi sono lunghi e intanto fanno la fame. Chiedete a Nike di intervenire immediatamente, il fatto che non fosse proprietaria della fabbrica non la esime dalle sue responsabilita’ morali. Puma ha dato lavoro alla Matamoros Garment in Messico fino al gennaio 2003. Le condizioni di lavoro erano pessime, ma proprio quando si stava formando un sindacato, Puma ha tolto le commesse.
Chiedete a Puma di ripristinare gli ordini e assicurare il libero esercizio dell’attivita’ sindacale. Voi avete il potere di influenzare le decisioni di aziende come Nike e Puma e di far sapere che i consumatori non vogliono acquistare prodotti ottenuti con lo sfruttamento del lavoro)

Inviate il messaggio a:
customer_service@footlocker.com (attenzione digitate: customer_service)
help@footlocker-europe.com

inviatene copia a:
timc@sydney.caa.org.au,
continuous.improvement@nike.com

Oggetto: Nike-PTDoson, Puma-Matamoros

Mr. Matthew D. Serra
President and Chief Executive Officer
Footlocker Inc.

Dear Mr. Matthew D. Serra,

As your company is one of the world’s largest sportswear retailers, I am writing to urgently seek your support for workers from two sportswear factories. One was in Indonesia, the other is in Mexico. The PT Doson factory in Indonesia produced sportshoes for Nike for eleven and a half years. In September 2002 Nike stopped ordering from the factory and it closed, putting 7,000 people out of work.

The factory’s owner is refusing to pay workers the severance pay required by the Indonesian government. The workers have taken the factory to court, but the case could take up to two years to complete. Meanwhile workers are living off credit while they seek other work. Press reports indicate that many of the workers are going hungry, with meals consisting of little more
than rice with salt.

Please urgently call Nike’s attention to this case and urge the company to pay workers what they are owed. Nike’s system of contracting out all its production should not excuse Nike from responsibility for ensuring that the legal rights of the workers who make its goods are respected. This includes their right to severance pay when a factory closes, particular when the
factory closes as a result of Nike cutting its orders.

Puma was a customer at the Matamoros Garment factory in Mexico from July 2002 until January 2003. A Mexican labour rights group reports that conditions at the factory were poor, including illegally low wages, forced overtime and verbal abuse.  Puma recently ceased ordering from the factory, just as workers started to establish an independent union.According to Puma this was because the factory is currently unable to meet production deadlines.

The factory owner has told workers that Puma left because the workers organised a union and held a short strike for better wages and conditions. Genuine respect and promotion of workers’ right to form and join democratic trade unions is the most powerful way that companies can prevent exploitation in the production of their goods.

Please urge Puma to restart ordering from the Matamoros Garment factory and to work with the factory to ensure that workers’ trade union rights are respected.

As a major sportswear retailer your company has considerable influence over Nike, Puma and other sportswear companies. Consumers do not want to buy goods made in sweatshops. I look forward to hearing that you have used your influence to persuade these companies to do the right thing in these cases.

Sincerely

(nome, cognome, paese, eventuale organizzazione di appartenenza)