Per la prima volta dopo cinque anni il governo del Bangladesh ha formato una commissione salariale per la revisione del salario minimo del settore tessile del Paese, che impiega circa 4 milioni di lavoratori e lavoratrici. L’attuale salario minimo di 8.000 taka (circa 74 dollari) era già insufficiente per una vita dignitosa quando è entrato in vigore nel 2019. Da allora, i lavoratori e le lavoratrici hanno dovuto sopportare l’ulteriore pressione della pandemia di Covid-19 e il conseguente rialzo dell’inflazione senza vedere il loro salario aumentare.

La nuova richiesta di un salario minimo di 23.000 taka (212 USD) è stata calcolata sulla base di un ampio studio sul costo della vita condotto dall’Istituto per gli studi sul lavoro del Bangladesh ed è stata sostenuta all’unanimità dai sindacati del Paese e dal sindacato globale IndustriALL. I partner della CCC in Bangladesh non hanno seggi nel Comitato salariale, e nemmeno altri sindacati indipendenti, ma organizzeranno azioni di campagna locali per dare voce a questa richiesta.

La revisione del salario minimo di quest’anno avviene in un momento difficile per il movimento per i diritti dei lavoratori del Bangladesh. Il recente omicidio del sindacalista Shahidul Islam ci ricorda l’ambiente incredibilmente repressivo in cui si svolgono le trattative salariali. In passato, le revisioni del salario minimo hanno portato a una quantità sconvolgente di disordini. Nel 2018 un lavoratore è stato ucciso, decine sono rimasti feriti e migliaia hanno perso il lavoro. La Clean Clothes Campaign è solidale con i sindacati del Bangladesh che lottano per un salario minimo più alto e più giusto. Esortiamo tutte le parti coinvolte a rispettare il diritto dei sindacati di condurre campagne pacifiche e collettive per le loro richieste salariali.

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