BREVE RIEPILOGO
10 mesi fa la Fibres & Fabrics International (FFI), insieme aLla sua sussidiaria Jeans Knit Pvt. Ltd. (JKPL) di Bangalore, fornitrice di imprese multinazionali come G-Star, Gap, Armani and Mexx ha chiesto e ottenuto dal Tribunale Civile di imporre il silenzio agli attivitsti e ai sindacati locali per impedirgli di denunciare pubblicamente le violazioni dei diritti sindacali in corso all’interno degli stabilimenti produttivi. Le organizzazioni interessate, Munnade, Cividep insieme ai sindacati  GATWU e NTUI, avevano infatti riportato alla fine del 2005 l’esistenza di gravi violazioni nei reparti produttivi, come carichi di lavoro eccessivi e lavoro forzato, abusi psichici e fisici, mancanza di pagamento degli straordinari, assenza di regolari contratti.

La corte aveva emesso un’ordinanza restrittiva il 28 di Luglio del 2006 che era stata prolungata nel Febbraio 2007. Tale ordinanza sta tuttora impedendo alle organizzazioni non governative e ai sindacati di difendere i diritti dei lavoratori e di adoperarsi per migliorarne le condizioni alla FFI/JKPL. Questa situazione è assolutamente inaccettabile: la Clean Clothes Campaign e l’ India Committee of the Netherlands (ICN)  hanno fatto incessanti pressioni sulla FFI/JKPL perchè facesse ritirare l’ordinanza restrittiva mentre alle imprese committenti è stato richiesto di intervenire per facilitare l’apertura del dialogo; le imprese hanno avuto reazioni diverse, alcune si sono attivate, altre sono rimaste silenti e tra queste le due imprese italiane Armani e Ra-Re.

Recentemente la SAI, l’organizzazione responsabile per la certificazione SA8000 ha informato la CCC e l’ICN che la certificazione alla FFI/JKPL potrebbe essere revocata. SAI ha fatto questa dichiarazione in seguito alla  denuncia formale fatta dalla CCC e dall’ICN in relazione alla incoerenza del processo di certificazione che ha portato alla certificazione delle unità produttive della FFI.

Sebbene le condizioni di lavoro alla FFI/JKPL siano nel frattempo migliorate, l’ordinanza restrittiva è ancora in piedi e questo è un chiaro segnale intimidatorio  nei confronti dei lavoratori e delle lavoartrici. Tale provvedimento impedisce nei fatti alle diverse organizzazioni locali di assumere iniziative concrete e di organizzarsi per instaurare nuove relazioni idustriali, mimando alla radice la libertà di associazione sindacale e di contrattazione collettiva.

La CCC e l’ICN pertanto chiedono (urge) ancora alle imprese che si rifonoscono o si sono fornite alla FFI/JKPL di unire gli sforzi in una iniziativa comune per affrontare e risolvere la situazione. E’ importante sottolineare che alcune imprese come Guess, Ra-Re e Armani a tutt’oggi non hanno fatto alcun passo, nè formale nè sostanziale, per sostenere la risoluzione del caso; questo atteggiamento non può che generare una forte disapprovazione. Le imprese che hanno fatto qualche pressione sulla FFI/JKPL sono adesso  chiamate a continuare  a collaborare  per dare una risposta alle domande tuttora aperte.

Vi chiediamo di attivarvi in sostegno delle organizzazioni locali affinchè il caso ossa essere chiuso. Scrivete alle imprese che si riforniscono o si sono rifornite alla FFI/JKPL per ottenere che la FFI/JKPL accetti di aprire un vero confronto con le organizzazioni locali e i lavoratori.

Scrivete le vostre mail di pressione andando direttamente sul sito internazionale http://www.cleanclothes.org/urgent/07-05-10.htm#action Indicate nel soggetto – Support free dialogue at FFI/JKPL