Giovedì 3 e venerdì 4 novembre, l’attivista cinese per i diritti dei lavoratori Meng Han sarà processato dalla corte del distretto di Panyu nel sud della Cina. Meng Han è stato preso di mira dalle autorità cinesi dopo che l’uomo si era impegnato per informare dei propri diritti i lavoratori e le lavoratrici di una fabbrica che produceva calzature per marchi come Calvin Klein, Coach e Ralph Lauren. È accusato di “aver raggruppato una folla per disturbare l’ordine sociale” e rischia fino all’ergastolo.

Il 3 dicembre 2015 la polizia cinese ha eseguito una serie di retate a sorpresa nelle case e negli uffici di circa 50 attivisti e volontari appartenenti a gruppi impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori nella provincia di Guangdong.

Se da una parte gli arresti di Meng Han e degli altri attivisti sono chiaramente parte di una repressione generale nei confronti delle Ong che si battono per i diritti dei lavoratori in Cina, dall’altra questo improvviso giro di vite è riconducibile ad una specifica contesa presso la Lide Shoes Factory del distretto di Panyu, dove una serie di scioperi che hanno coinvolto più di 2500 lavoratori nel 2015 hanno portato ad una vittoria degli attivisti nella negoziazione con i datori di lavoro in tema di previdenza sociale, contributi per gli alloggi, straordinari e pagamenti delle ferie.

Mr Meng Han è in carcere da dicembre 2015. Da allora ha potuto avere qualche contatto con un avvocato solo sporadicamente, in violazione della legge cinese. Altri tre attivisti tra quelli arrestati sono stati processati alla fine di settembre 2016 e condannati a pene da 1 a 3 anni con sospensione condizionale. A quel punto, l’udienza per il caso di Meng Han è stata sospesa per ulteriori indagini.

Meng Han ha subito diverse intimidazioni durante la detenzione. Le autorità hanno esercitato pressioni affinché incriminasse uno dei suoi colleghi in cambio di una sentenza più accomodante. Anche la sua famiglia è stata vittima di intimidazioni: i suoi genitori sono stati costretti a trasferirsi dopo che dei teppisti non identificati hanno divelto la porta di casa con un’ascia.

Chiediamo ai marchi che si rifornivano presso la Lide Shoes Factory (Calvin Klein, Coach e Ralph Lauren) di assumersi le loro responsabilità e di intraprendere azioni adeguate affinché Meng Han e gli altri attivisti coinvolti vengano immediatamente rilasciati dalle autorità cinesi.

Meng Han rischia di restare in prigione per anni solo per aver informato i lavoratori dei loro diritti. Se questi marchi credono nella libertà di associazione sindacale per i lavoratori che realizzano le loro scarpe, allora devono schierarsi dalla parte di Meng Han, mandando un chiaro messaggio alle autorità cinesi affinché l’attivista sia immediatamente e incondizionatamente rilasciatodichiara Deborah Lucchetti, portavoce della Campagna Abiti Puliti